Pubblicato 2014-12-16
Parole chiave
- Dante Alighieri,
- biografia,
- idee politiche,
- Convivio,
- De vulgari eloquentia
- Battaglia della Lastra ...Più
Abstract
Negli studi danteschi degli ultimi decenni si è generalizzata, e viene inerzialmente ripetuta, l’idea che la cosiddetta battaglia della Lastra, cioè il fallito tentativo dei fuorusciti Bianchi e dei loro alleati di conquistare Firenze il 20 luglio 1304, segni la rottura di Dante con i suoi compagni d’esilio, che anni dopo egli definirà «compagnia malvagia e scempia», e il suo farsi “parte per sé stesso” (Pd XVII 61-69). L’articolo mira a verificare criticamente quanto questa idea sia fondata. In particolare, l’articolo mira a verificare se sia fondata la convinzione che subito dopo la battaglia della Lastra Dante abbia chiesto perdono a Firenze con la lettera Popule mee, quid tibi feci?, diventando con ciò un nemico e traditore della parte guelfa Bianca. Se così fosse, sarebbe difficile da ammettere che Dante, nello stesso periodo, abbia risieduto a Bologna, Comune Guelfo Bianco; dove invece, per molti indizi interni ai due trattati, sembra che egli abbia scritto la maggior parte del Convivio e l’intero De vulgari eloquentia proprio a partire dalla metà del 1304 fino ai primi mesi del 1306. Il risultato di questa verifica critica è che le idee vulgate intorno alla battaglia della Lastra e Dante si rivelano fondate su diversi fraintendimenti, ed emerge una visione diversa della biografia politica di Dante dal 1303 al 1306.