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Pubblicato 2014-12-19
Parole chiave
- Prima Guerra Mondiale,
- diari di guerra,
- letteratura di guerra,
- Emilio Lussu,
- Carlo Emilio Gadda
- Piero Jahier,
- Benito Mussolini,
- dialetti,
- gergo di guerra,
- propaganda bellica,
- giornali di trincea,
- «L’Astico»,
- «Il nuovo contadino». ...Più
Abstract
La Grande Guerra favorì nuove modalità comunicative tra ufficiali esoldati e tra i soldati stessi che, provenienti da diverse regioni e spesso solo dialettofoni, si familiarizzarono con l’italiano. D’altra parte, dopo la disfatta di Caporetto, l’uso dei dialetti, in precedenza stigmatizzato o proibito, e il gergo militare svolsero un notevole ruolo nella propaganda tesa a rafforzare la resistenza delle truppe italiane. In questo quadro il saggio prende in considerazione i diari di guerra e/o altri scritti di Lussu, Gadda, Jahier e Mussolini. Si esaminano la rappresentazione dei contatti linguistici degli autori (rispettivamente tre ufficiali e un soldato) coi commilitoni, la raffigurazione dei dialetti e l’uso o la registrazione di voci del gergo militare. L’articolo infine si concentra sui giornali di trincea e mostra quanto spazio sia dato ai testi dialettali, alle «parole di soldati» e ai loro canti nell’«Astico» di Jahier e quindi nel «Nuovo contadino», con cui egli si rivolge ai soldati tornati a casa dalle trincee.