V. 17 N. 2 (2014): Per Umberto Carpi
In memoriam
Articoli

Grande Guerra, dialetti e «parole di soldati» in Lussu, Gadda, Jahier, Mussolini

Fabrizio Franceschini
Università di Pisa
Biografia

Pubblicato 2014-12-19

Parole chiave

  • Prima Guerra Mondiale,
  • diari di guerra,
  • letteratura di guerra,
  • Emilio Lussu,
  • Carlo Emilio Gadda,
  • Piero Jahier,
  • Benito Mussolini,
  • dialetti,
  • gergo di guerra,
  • propaganda bellica,
  • giornali di trincea,
  • «L’Astico»,
  • «Il nuovo contadino».
  • ...Più
    Meno

Abstract

La Grande Guerra favorì nuove modalità comunicative tra ufficiali e
soldati e tra i soldati stessi che, provenienti da diverse regioni e spesso solo dialettofoni, si familiarizzarono con l’italiano. D’altra parte, dopo la disfatta di Caporetto, l’uso dei dialetti, in precedenza stigmatizzato o proibito, e il gergo militare svolsero un notevole ruolo nella propaganda tesa a rafforzare la resistenza delle truppe italiane. In questo quadro il saggio prende in considerazione i diari di guerra e/o altri scritti di Lussu, Gadda, Jahier e Mussolini. Si esaminano la rappresentazione dei contatti linguistici degli autori (rispettivamente tre ufficiali e un soldato) coi commilitoni, la raffigurazione dei dialetti e l’uso o la registrazione di voci del gergo militare. L’articolo infine si concentra sui giornali di trincea e mostra quanto spazio sia dato ai testi dialettali, alle «parole di soldati» e ai loro canti nell’«Astico» di Jahier e quindi nel «Nuovo contadino», con cui egli si rivolge ai soldati tornati a casa dalle trincee.