V. 11 N. 1-2 (2008)
Articoli

Vino, brindisi e convivio nella poesia carducciana (con cenni sulla storia del tema)

Pubblicato 2008-11-01

Abstract

Nelle poesie del Carducci molto spesso vi è un richiamo ai temi del brindisi, del vino e del convivio, a partire da una prima saffica intitolata "A Enrico Nencioni. Invito a cena frugale" del 1951. Quattro saranno quelli esplicitamente intitolati "Brindisi", ma in ogni caso è possibile riscontrare piccole variazioni sul tema, come il rifiuto per le uve straniere a favore dei prodotti italiani (così come per i poeti italiani), l'idea del vino come medicina o in rapporto all'amore, il tempo della vendemmia, il piacere di condividere insieme agli amici, la storia del vino che permette di ripercorrere quella degli uomini, ma non è mai sinonimo di aggressività, tristezza o violenza. Anche altri autori si interessarono a questo tema, innanzitutto Alceo e Orazio, Catullo, Chiabrera, Paolo Rolli, Scipione Maffei, Frugoni, Parini, Giovanni Fantoni, Monti, Giuseppe Giusti, fino a Baudelaire.