V. 21 N. 1 (2018)
Articoli

L’Aretino continuatore dell’Ariosto: quattro abbozzi in ottava

Maria Cristina Cabani
Università di Pisa

Pubblicato 2018-07-04

Parole chiave

  • Pietro Aretino,
  • Ludovico Ariosto,
  • poema cavalleresco,
  • ottava

Abstract

Fra i vari generi, Aretino sperimentò anche il poema cavalleresco proprio negli stessi anni in cui Ariosto lavorava all’ultima redazione del Furioso. Il suo primo esperimento, la Marfisa (1532), avrebbe dovuto essere, nelle intenzioni dell’autore e del suo committente Federico Gonzaga, un equivalente ‘mantovano’ del grande poema ferrarese. In quanto sorella di Ruggiero, capostipite degli Estensi secondo Boiardo e Ariosto, Marfisa appariva infatti il personaggio più adatto a celebrare la dinastia dei Gonzaga. L’esperimento fallì in gran parte e Aretino si arrestò nella composizione al terzo canto. Sorte analoga toccò all’Angelica (1536), nata sul tronco della Marfisa, della quale recupera una vasta porzione, e ai due esperimenti comico-parodici, l’Astolfeida e l’Orlandino. Il carattere comune a questi quattro abbozzi, diversi per registro stilistico, è proprio la loro incompletezza. Sempre all’avanguardia, Aretino lo è anche in quella che diventerà una vera e propria moda: il poema non finito.