La tradizione a stampa della "Commedia": dall'aldina del Bembo (1502) all'edizione della Crusca (1595)
Pubblicato 2013-09-23
Parole chiave
- Divine Comedy,
- manuscript tradition,
- Aldine edition,
- Pietro Bembo,
- Crusca Academy
- Alessandro Vellutello,
- ...Più
Abstract
Nella storia delle edizioni a stampa della Commedia di Dante, il secolo XVI si apre con la prestigiosa edizione curata da Pietro Bembo per Aldo Manuzio (Venezia, 1502): essa costituisce il fondamento di tutte le altre edizioni dantesche, compresa quella della Crusca che chiude il secolo (Firenze, 1595). Tutte le stampe del secolo, infatti, si limitano a correggere sporadicamente la stampa di Bembo, perlopiù senza alcun un metodo critico. Si distinguono tuttavia alcune edizioni che marcano una maggiore autonomia, grazie all’uso di fonti a stampa precedenti (su tutte l’edizione del Landino, Firenze 1481) o fonti manoscritte (in particolare manoscritti del Buti o del Boccaccio): fra queste l’edizione del Vellutello (Venezia, 1544); quella celebre del Giolito, la prima a usare l’aggettivo “Divina” (Venezia, 1555); l’edizione del Daniello (Venezia, 1568); e infine l’edizione fiorentina curata dal Sermartelli (Firenze, 1572).
The aim of this study is to reconstruct the textual tradition of Dante’s Comedy in the 16th century. The Aldine edition (Venice 1502) edited by Pietro Bembo is hegemonic throughout the Renaissance: none of the sixteenth-century editions, not even the Crusca Academy edition (Florence 1595), alters the basic setting of the Aldine Bembian one. Moreover, some editions do not follow so closely the Aldine, but rather distinguish themselves from it using codexes of Buti and Boccaccio or referring to the Landino’s edition (Florence 1481): Vellutello’s edition (Venice 1544), Giolito’s edition (Venice 1555), Daniello’s edition (Venice 1568) and Sermartelli’s edition (Florence 1572).