Abstract
Lorenzo Tomasin presenta alcune riflessioni scaturite dall'analisi dei due codici che tramandano il testo della "Betìa" di Ruzante: il Marciano Italiano XI, 66 (6730) e il Morosini-Grimani 4 della Biblioteca del Museo Correr di Venezia. Egli contesta la scelta del titolo, invita ad una più attenta analisi dei manoscritti ed al confronto con autografi del Ruzante per comprendere i rapporti temporali tra i due codici e per identificare l'autore delle correzioni del codice Morosini-Grimani 4.