V. 24 N. 1 (2021)
Articoli

«Iudaica verba sussurat»: Folengo e la prima ‘scena all’ebraica’

Fabrizio Franceschini
Università di Pisa

Pubblicato 2021-08-04

Abstract

Il saggio prende in esame l’episodio dell’ebreo Sadoch nel poema macaronico Baldus di Teofilo Folengo. Gli studi sull’elemento ebraico nella letteratura e nel teatro italiani hanno prestato poca attenzione a Folengo, ma questo episodio comprende già i principali temi riscontrabili nelle più note ‘scene all’ebraica” del tardo Cinquecento e del Seicento (Garzoni, Vecchi, Croce, Andreini ecc.). Dal punto di vista linguistico, l’uso di lemmi ebraici in forma giudeo-mantovana o settentrionale, poi rilatinizzata, e la resa di parole chiave del mondo ebraico con calchi o voci latine di analogo significato dimostrano una buona conoscenza del mondo linguistico e culturale ebraico da parte dell’autore. Un confronto tra la seconda redazione del poema (Toscolano 1521) e quelle successive evidenzia le ragioni ideologiche e stilistiche dei cambiamenti anche riguardo agli aspetti di rilevanza ebraica. Più in generale don Teofilo, un monaco benedettino autore anche di opere a carattere religioso, presenta nell’episodio di Sadoch i più stereotipi temi della cultura e della propaganda antiebraica, di parte sia cattolica che protestante. Nondimeno, probabilmente a causa della protezione ducale degli ebrei a Mantova, egli chiude la sua ‘scena all’ebraica’ non con un’arbitraria bastonatura o un’eliminazione sommaria degli ebrei, come in molte farse cinque e seicentesche, ma con una sorta di giudizio pubblico, dal quale comunque l’ebreo esce beffato e defraudato.