V. 20 N. 1 (2017)
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Altri spunti per una filologia del non-finito e per il linguaggio dell’arte: il sonetto 58 di Michelangelo (e alcune proposte per il madrigale 246)

Ida Campeggiani
Fondazione Ezio Franceschini, Firenze
Biografia

Pubblicato 2017-05-31

Parole chiave

  • Michelangelo Buonarroti,
  • Cesare Segre,
  • Enzo Noè Girardi,
  • frammenti

Abstract

Il saggio analizza alcuni problemi testuali e interpretativi delle liriche di Michelangelo, a cominciare da quello dell’incompiutezza. Un primo inquadramento storico e stilistico consente di accennare alle difficoltà attraversate da interpreti ed editori delle Rime nel comprendere e accettare il non-finito come caratteristica peculiare della scrittura buonarrotiana. Una volta illustrati i limiti della stessa fondamentale edizione critica di Enzo Noè Girardi, è tentata una soluzione per l’edizione del sonetto 58, caso esemplare di lirica ricostruibile solo tramite un’operazione di montaggio di frammenti autografi sparsi. Nella seconda parte del saggio si avanzano alcune proposte per il testo, l’interpretazione e la data di una redazione, in forma di capitolo, del madrigale 246. In entrambi i componimenti esaminati si rintracciano espressioni in vario modo legate alla dimensione dell’arte: con raffronti interni al corpus e con altri autori si cerca di definire genesi, stile e significato di tale linguaggio.