Abstract
Nel 1960 Leo Spitzer tenne una lezione, partendo da uno studio inedito sull'"Aspasia" di Leopardi, per proporre una riflessione sulla critica letteraria italiana, successiva al periodo crociano. Compito del critico deve essere quello di giudicare il valore dell'opera e solo successivamente può procedere con l'analisi, dimostrando attraverso lo studio della struttura il suo giudizio. Le colpe attribuite ai critici italiani sono il soggettivismo, la frammentarietà, il biografismo, tutti aspetti ben visibili nei vari studi realizzati sul Leopardi. Le accuse gli consentono così di risollevare una poesia emblematica, composta da distinte parti che nell'insieme formano una struttura logica che merita di essere indagata.